Lasciamo liberi i nostri iscritti e sostenitori, ma facciamo una proposta di democrazia e di libertà a tutto il parlamento
Referendum: Liberisti Italiani sul taglio dei parlamentari non fa ipocrite guerre di religione.
Lanciamo invece una proposta di democrazia e libertà rivolta a tutto il Parlamento
Liberisti Italiani ha deciso a maggioranza di astenersi dal prendere una posizione netta sul referendum confermativo sulla riduzione dei parlamentari, perché questa riforma è un passaggio politico falso e ipocrita al quale non vogliamo partecipare da tifosi.
Ai nostri iscritti e sostenitori lasceremo quindi libertà di coscienza, ci preme invece formulare una nostra proposta, in vista dell’ennesima modifica della legge elettorale.
In linea teorica non è sbagliato ridurre il numero dei parlamentari, ma non certo per diminuire i “costi della politica”, visto che il risparmio sarebbe irrilevante per il bilancio dello Stato.
Nessun partito, di fatto, vuole ridurre l’intermediazione pubblica nell’economia, quindi il proprio potere di ricatto, il perimetro dello Stato, la spesa pubblica non necessaria e la pressione fiscale che strozza i contribuenti e le imprese italiane. Men che meno questo Governo che sta perfino ampliando l’invadenza dello Stato. La sola motivazione della riduzione dei costi non basta e anzi offende l’intelligenza degli italiani.
La riforma doveva essere accompagnata dalla contestuale modifica del funzionamento delle Camere, ma questo non è stato fatto. Dietro questa riforma c’è quindi del populismo cialtrone, ma anche molta ipocrisia sia dalla parte dei fautori che dei loro detrattori.
Tutti i partiti dominanti si sono genuflessi all’antipolitica di Grillo, votando il taglio populista che amputa la rappresentanza parlamentare, senza modificare il bicameralismo perfetto, adesso è giusto che questi partiti ne paghino le conseguenze.
Sono molti i parlamentari che si sono pentiti, ma la loro ipocrisia non ha limiti: pubblicamente si schierano per il sì, per non perdere i voti e la faccia, ma nelle segrete stanze fanno il tifo e lavorano per il no, per paura di perdere lo scranno. È ora che questi signori si trovino un lavoro vero.
Dalla parte dei paladini del NO le motivazioni sono insufficienti e molto strumentali. Agitare la riforma dei regolamenti parlamentari e delle funzioni delle Camere, così come la nuova legge elettorale, non sono argomenti di per sé soddisfacenti, perché sono tutti adeguamenti, invero necessari, ma che si potrebbero fare successivamente alla riduzione del numero dei parlamentari.
È assolutamente vero, però, che in assenza di una riforma elettorale e dell’abolizione del bicameralismo paritario, il solo taglio del numero dei parlamentari aumenta esclusivamente il potere delle burocrazie dei partiti, riducendo la rappresentanza dei territori.
Ma l’unica e vera preoccupazione -per chi è dentro il palazzo- è veder svanire col taglio dei parlamentari la propria rielezione, oppure, per chi è fuori, l’agognata elezione. Noi non ci uniremo nemmeno al coro patetico di quei partitini ininfluenti che, fuori dal palazzo, si agitano per il NO per mere ragioni di sopravvivenza.
Per noi Liberisti Italiani quel che serve, che è importante, che ci sta davvero a cuore -e lo chiediamo con forza al Parlamento- nell’elaborazione dell’ennesima riforma elettorale, è invece la semplificazione della partecipazione alla competizione politica. Riteniamo questo un vero caposaldo liberale per il quale vale la pena combattere fino in fondo.
Il vero rischio che stiamo correndo, infatti, è che i partiti dominanti si chiudano a riccio in quell’oligarchia a 5 sulla quale stanno lavorando da tempo, sbarrando definitivamente la strada a qualsiasi nuova iniziativa politica che nasca spontaneamente dal basso.
L’ultima legge elettorale impone ai nuovi movimenti di raccogliere quasi 120.000 firme in 63 diversi collegi ed in ogni banchetto di raccolta dev’esserci un notaio o un pubblico ufficiale per autenticare ogni singola firma. Una follia burocratica inaccettabile, fatta ad arte per blindare l’offerta politica.
La strada per presentarsi alle elezioni è invece paradossalmente spianata per i partiti che nascono nei palazzi, attraverso scissioni interne e spesso strumentali, motivate solo da ragioni di potere per il potere. Questa non è la democrazia di cui questi partiti si riempiono la bocca, questa è una bieca oligarchia che comprime le libertà ed i diritti civili e politici dei cittadini italiani.
In Inghilterra per partecipare alle elezioni politiche è semplice: basta un ristretto numero di firme e si paga una cauzione allo stato nel caso in cui il partito non raggiunga una percentuale minima di voti. Il sistema elettorale uninominale è altrettanto semplice, lo stesso da moltissimi anni e garantisce la scelta diretta degli eletti con meno intermediazioni da parte delle segreterie dei partiti.
Si prenda esempio dalle più antiche democrazie anglosassoni. Noi liberisti lo proponiamo da 30 anni: presidenzialismo e sistema elettorale uninominale.
Va sfatato poi un altro mito tanto caro agli oligarchi dei 5 partiti che si vogliono spartire l’Italia, col sistema proporzionale e lo sbarramento al 5%.
Non è vero che in Italia non ci sia domanda politica, la domanda è superiore all’offerta, orfana ad esempio di un movimento fieramente liberista come Liberisti Italiani.
È ora che gli Italiani possano scegliere di votare anche chi rappresenta veramente queste istanze, con una proposta ed un programma liberista. Noi abbiamo l’ambizione di poterlo fare a schiena dritta e a testa alta. Per questo motivo chiediamo che vengano rimossi gli ostacoli assurdi e bizantini che gli oligarchi hanno piazzato, per evitare la partecipazione di nuovi movimenti, auto-blindando così il proprio potere e la propria rendita di posizione.
Il 20/21 settembre sul numero dei parlamentari decidano quindi liberamente i nostri iscritti e sostenitori. Non è su questo che Liberisti Italiani farà strumentali e ipocrite guerre di religione, ma sul diritto di accesso e partecipazione dei movimenti spontanei alle elezioni politiche siamo pronti a fare una battaglia di principio e di libertà.