Tornare alla CEE, per un’Europa del libero scambio. Senza obblighi, pianificazioni sovranazionali costruttiviste.
La difesa delle libertà dei cittadini europei deve essere effettiva e spingersi fino ad eliminare ogni ostacolo posto da regole europee, nazionali o locali. Vanno demolite tutte le stratificazioni costruttiviste che si sono incrostate negli ultimi vent’anni e che da ultimo hanno trovato il culmine con l’odioso espediente di possibili apocalissi climatiche causate in via prevalente dall’uomo.
È urgente una radicale riforma dell’Unione Europea. Altrimenti occorre costruire un percorso di uscita per l’Italia.
Una radicale riforma della UE deve riportarla ad occuparsi di garantire il libero scambio di merci, persone, capitali e non più ad indirizzare l’economia, distorcere il mercato e pianificare la vita di cittadini ed imprese.
L’UE sta aggredendo le libertà individuali, la proprietà privata, distorcendo il mercato con un marcato disegno che tende al controllo sociale e al dirigismo di sempre più ampie attività e settori che invece devono riguardare la libera e responsabile scelta individuale di persone e imprese.
Va mantenuta, rivalutata ed incentivata una sana concorrenza fiscale, unico freno alla voracità degli stati più “tartassatori”, come Italia e Francia, abbandonando in via definitiva la pretesa dirigista di “livellare il campo” con l’obiettivo della armonizzazione fiscale e delle regole.
Al fine di scongiurare qualsiasi nuova tassa per i cittadini europei va stabilito il principio di “invarianza fiscale” in base alla quale l’UE non potrà mai applicare nuove tasse aggiuntive a quelle che gli Stati membri applicano ai contribuenti.
aggiornato dal Congresso del 17 maggio 2025